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Proposte per la sostenibilità nel settore musicale italiano

PMI si è fatta promotrice con le autorità governative di una serie di proposte atte a risolvere una delle maggiori criticità per il settore cultura, e quindi anche per la musica, ovvero l’impatto ambientale della creazione e diffusione delle opere registrate.

Di seguito il testo integrale della proposta inviata allo staff del Sottosegretario di Stato per la cultura.

 

 

Il settore culturale ha un ruolo di primaria importanza non solo nella vita di ciascuno di noi come stimolo alla crescita personale e intrattenimento ma anche nell’economia e nella vita sociale, dato che contribuisce per il 4,4% del PIL (dati europei EY) e promuove la diversità culturale, elemento fondamentale di una società pluralista. 

Il settore musicale, pur profondamente colpito dalla crisi pandemica, dà i primi segnali di risveglio e si appresta ad approfittare delle opportunità offerte dalla situazione per introdurre grandi cambiamenti e innovazioni che lo rendano più resistente e adatto alle sfide del futuro. Ciò richiede risorse. In particolare, le piccole e medie aziende che PMI Italia rappresenta sono tra quelle più colpite ma meno in grado di sostenere lo sforzo post-crisi, in un momento in cui l’orizzonte non è certo sgombro da nubi. 

In questo panorama si inserisce una delle maggiori criticità per il settore cultura e per il Paese, e quindi anche per la musica, ovvero l’impatto ambientale della creazione e diffusione delle opere registrate.
Le attività tipiche del settore musica, valutate dal punto di vista della sostenibilità, evidenziano molte criticità: dalla produzione e trasporto di prodotto fisico con utilizzo e successiva dispersione di plastica, alla distribuzione digitale del prodotto musicale il cui altissimo costo, in termini di energia necessaria, non viene percepito dagli imprenditori e tantomeno dal pubblico. Questi sono solo gli aspetti cruciali e più evidenti. Il settore ha già iniziato a mitigare l’impatto del live, ma molto resta da fare sul merchandising, in merito agli spostamenti per lavoro dei singoli operatori e così via. 

Molte realtà europee hanno già individuato questo tema come essenziale dando vita ad iniziative come Music Declares Emergency con il supporto di artisti molto conosciuti e popolari. Molte aziende all’estero si sono già dotate di un “sustainability manager” come supporto essenziale al decision making aziendale. In Italia vi è poca coscienza del problema o consapevolezza del suo impatto, e tantomeno visione e risorse per evitarne le conseguenze. L’attività di supporto del Governo deve ovviare a tutte queste lacune. 

È necessario incoraggiare tutta la filiera ad adottare pratiche non dannose per l’ambiente, tenendo presente che l’Unione Europea stessa ha già iniziato ad introdurre incentivi in questo senso e che presto passerà alla tassazione. Mettere le aziende in condizione di percepire la sostenibilità non più come imposizione e costo ma come vantaggio economico e sociale consentirà loro di superare il momento di crisi e continuare a dare il loro importante contributo. Aiutare le aziende a comprendere il momento e ad adeguarsi ai nuovi standard è lo scopo di questa proposta. 

In particolare si possono evidenziare i seguenti obiettivi

  • l’individuazione delle criticità di settore rispetto alla sostenibilità
  • l’”educazione ambientale” delle aziende del settore
  • il rafforzamento economico delle imprese a favore di investimenti di adeguamento ai nuovi parametri di sostenibilità
  • l’utilizzo della musica come veicolo privilegiato per il messaggio sul clima.    

L’impatto deve essere ad ampio raggio e coinvolgere almeno il 50% delle aziende presenti sul territorio, privilegiando le piccole e medie imprese in quanto più a rischio di chiusura e oggettivamente di vitale importanza per l’attività del settore (80% delle novità discografiche sono indipendenti) e infine meno attrezzate per reperire risorse.
Le attività che possono rientrare nel progetto sono:

  • la creazione di un “calcolatore” settoriale di impatto ambientale per evidenziare la “carbon footprint” diretta e indiretta delle aziende 
  • la somministrazione di importi a fondo perduto alle aziende con deficit di sostenibilità destinati alla riqualificazione per azzerare o comunque limitare le proprie emissioni, dirette e indirette 
  • la predisposizione di programmi di finanziamento con garanzia statale e tassi ridotti per la riqualificazione 
  • contestuale attività di ricerca (in collaborazione con Università italiane) per proporre tecniche produttive e di distribuzione digitale che abbiano un impatto nullo o limitato sull’ambiente 
  • la sponsorizzazione dell’utilizzo di energia rinnovabile per chi fornisce connettività alla filiera 
  • la sponsorizzazione di eventi che sensibilizzino le aziende sul “vero costo” del sistema attuale e indirizzino gli operatori verso una progettualità sostenibile. 

Il tempo da dedicare al programma è di almeno 24 mesi. Alcune iniziative possono essere svolte in parallelo ma i tre mesi iniziali verrebbero utilizzati per la creazione di un “calcolatore” d’impatto di settore, strumento fondamentale per dare alle aziende parametri di valutazione obiettivi.
Il budget è da valutare dopo lo studio e l’approvazione degli obiettivi.

La valutazione finale deve essere misurabile, specifica per ogni attività e soprattutto trasparente. 

La musica, pervasiva e radicata, può essere di grande aiuto nel vincere la sfida esistenziale sul clima che ci confronta. 

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